Sarà
certamente capitato a tutte di chiedersi, andando in profumeria, perché ci si
trova a scegliere tra due prodotti che, almeno in teoria, vantano le stesse
proprietà ma hanno prezzi che differiscono di parecchi euro. Cerchiamo di
capire insieme, almeno in parte, se e in cosa differiscono e se veramente è
giustificato un tale divario di prezzo.
Nell’enorme
varietà di referenze cosmetiche, ho scelto di analizzare due formule di un prodotto che praticamente ogni donna ha
nella sua trousse: il mascara.
È
chiaro che, come per un vestito di marca, il prezzo sale quando si vanno ad
acquistare prodotti di marchio noto (YSL, LANCOME, CHANEL…), perciò possiamo
dire che, in parte, paghiamo il nome di un prodotto di lusso.
È
altrettanto vero che, così come per un bel gioiello, le marche di una certa
importanza, sono garanzia di confezioni curate e di effetto, paghiamo quindi
anche l’immagine.
Ma,
tolta la bella confezione, tolta la marca e le spese di importazione, cosa
resta, a parità di formula, che giustifichi un così ampio divario di prezzo?
Senza
entrare in disquisizioni chimiche (noiose e complicate, ve lo assicuro per
esperienza!!!), ho voluto riportare le formule di due mascara dalle stesse
proprietà allunganti ed incurvanti, ma di prezzo ben diverso.
Mascara di mass market
Prezzo 9,70
|
Mascara di profumeria di lusso
Prezzo
24,00
|
Aqua,
C18-36 acid triglicerid, cera alba, acacia,
carnauba, glyceril stearate, trietanolammina, acrylates copolymer,
palmitic acid, stearic acid, candelilla cera, silica,
tocopheryl acetate, panthenolo,
xanthan gum, dimethicone, PVP,
potassium sorbate, butyl paraben, ethilparaben, methilparaben, propilparaben, CI 77499
|
Aqua,
orizaya sativa, carnauba wax,
hydrogenated stearil olive esters, stearic
acid, candelilla cera, trietanolammina, palmitic acid, acacia,
panthenolo, simethicone,
dimethicone copoliolo, silica,
hydrossietilcellulosa, polivinil alcol, methilparaben,
propilparaben
|
Ho
evidenziato gli ingredienti che i due prodotti hanno in comune perché
risultasse evidente la differenza che sussiste tra essi. Sebbene infatti molte
sostanze si ritrovino in entrambe le formulazioni, si nota che esse sono in
quantità diverse; tenete presente che le etichette riportano gli ingredienti in
ordine decrescente, perciò gli elementi che ritroviamo ai primi posti sono
quelli più abbondanti nel prodotto.
La
seconda formula contiene, tra le altre, sostanze nutrienti di natura vegetale:
olio di germe di riso, estratto di oliva, emulsionanti (sostanze che mantengono
cremoso il prodotto) di natura volatile, per cui avremo un mascara non solo
nutriente e delicato sulle ciglia, ma anche una consistenza leggera, per
capirci meglio: un mascara che non secca le ciglia e non le lascia rigide come
paletti!
La
prima formula invece, sebbene il fattore “incurvante” sia per entrambi un
polimero ad azione filmogena (che riveste cioè le ciglia dandogli la forma
voluta dallo scovolino applicatore), si
può dire che è una formula base, senza particolari effetti idratanti o ingredienti
particolarmente ricercati; in oltre sono presenti numerosi conservanti, spesso
responsabili di allergie e irritazioni.
Dal
punto di vista pratico-applicativo, da un mascara con queste caratteristiche
non possiamo certo aspettarci grosse doti di flessibilità e morbidezza.
Si
può intuire che un prodotto cosmetico che contenga sostanze funzionali (che
sono un po’ come gli ingredienti di una ricetta) più ricercate come quelle di
estrazione naturale, richieda anche dei costi di lavorazione maggiori in quanto
i tempi di produzione sono più lunghi. Non è da sottovalutare, infine, il fatto
che le ditte della così detta “profumeria di lusso” hanno laboratori propri
dove equipe di ricercatori continuano a fare ricerche e sviluppare nuove
formule in modo da garantire al consumatore prodotti sempre più
all’avanguardia; data la loro grande ricerca non c’è da stupirsi se alcune
sostanze scoperte e realizzate in tali laboratori ottengano brevetti depositati e si ritrovino anche in
prodotti di farmacia.
Spero
di essere riuscita, senza annoiare nessuno, a spiegare che non si pagano 24
euro solo perché quel mascara si chiama “pinco pallino” ma perché,
effettivamente, ci sono delle differenze strutturali che si riscontrano
soprattutto al momento dell’applicazione del prodotto e nella sua durata.
Detto
questo, sta ad ognuna di noi decidere cosa acquistare, ma almeno adesso
possiamo sentirci “con la coscienza a posto” pensando che spendere tanto,
almeno in questo caso, vuol dire spendere meglio!!!
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