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mercoledì 17 luglio 2013

IL SOLE ARTIFICIALE: LEGGENDE E VERITA’

Anche se il tempo degli ultimi giorni ce lo sta facendo dimenticare, tra poco più di un mese ci saranno le agognate ferie.
Sulle riviste già troneggiano immagini di spiaggie e mari da sogno con modelle dalla pelle luminosa, e con quel florido colorito dorato che tutte desideriamo e che mette di buon umore dando subito un aspetto sano e riposato.
Ma la maggior parte di noi  ora si sente ben lontana da quella situazione, vedendosi “pallida”, quasi malaticcia... e quindi vi dico: corriamo ai ripari!!!
La soluzione più semplice sarebbe saltare sul primo aereo e saettare verso lidi da favola, ma la dura realtà lavorativa (ed economica!) non sempre lo permette; quello che la cosmesi moderna propone come palliativo per l’abbronzatura, come tutte sapete, sono autoabbronzanti, creme colorate o lampade UVA. Per ognuna di queste soluzioni, come purtroppo in ogni cosa, ci sono dei pro e dei contro; scopriamoli insieme:

AUTOABBRONZANTI
La funzione “colorante”è generalmente data da molecole come il diidrossiacetone (DHA), uno zucchero caratterizzato da un particolare gruppo chimico (chetolo) che si lega agli amminoacidi delle molecole di cheratina inducendo una reazione chimica che dona un effetto colorato alla pelle.
La colorazione che si ottiene non ci protegge dalle radiazioni solari, ma non interferisce assolutamente con i processi di melanogenesi, perciò se dovesse capitarvi di prendere il sole, mare o montagna che sia, e non volete arrivare proprio bianchissime, potete tranquillamente applicare l’autoabbronzante sotto la crema protettiva.
Il grosso inconveniente che sopraggiunge con l’utilizzo degli autoabbronzanti è il tipo di colorazione che si ottiene; spesso, purtroppo, l’abbronzatura tende ad acquisire una sfumatura giallastra o, se il prodotto non viene applicato bene, si rischiano accumuli che provocano antiestetiche macchie.
Per il primo problema, fermo restando che, purtroppo, ogni pelle reagisce all’autoabbronzante in maniera soggettiva, possiamo ovviare analizzando un po’ gli ingredienti:
-        arginina, istidina e glicina formano complessi scuri, abbronzature cioè più intense con il primo e a decrescere con gli altri due.
-        Lisina, treonina e triptofano danno un colorito più tendente al giallo.
-        Valina, leucina e fenilalanina non danno colore.

Per evitare le macchie invece, il sistema più semplice è fare un esfoliante sulla zona da “trattare” in modo da levigare bene la pelle e creare una superficie uniforme.
Dopo aver steso il prodotto, facendo attenzione a sopracciglia ed attaccatura dei capelli (sono di cheratina anche loro, perciò si colorerebbero!), ricordatevi di lavarvi bene le mani con sapone e acqua tiepida.
Un ultima osservazione a proposito di autoabbronzanti: prima di condannare il colore giallastro che alcuni di essi possono dare, tenete presente che se avete la pelle di un colore di base che va dal bluastro al rosso, è proprio un abbronzatura di base gialla che vi aiuterà a contrastare le vostre discromie.
Quanto agli altri, se volete un effetto più intenso, potete riapplicare l’autoabbronzante dopo un paio d’ore, in modo che la prima applicazione abbia il tempo di agire e fissarsi bene.
Per tutti, da ricordare, che l’applicazione va ripetuta ogni 3-4 giorni perché il prodotto, legandosi alla cheratina superficiale, ne segue il ritmo di ricambio cellulare.

LAMPADE UVA
Tasto dolente, amate ed odiate, ma soprattutto quasi sempre condannate per i loro effetti negativi.
Familiarizziamo intanto con un concetto di base forse ai più ignoto: i raggi UVA non abbronzano!
Il loro effetto “colorante” è dato dal fatto che sono in grado di penetrare in profondità nel derma e ossidare la melanina già esistente nelle cellule provocando una simil-abbronzatura. In compenso, però, proprio per la loro capacità di penetrare nel derma, i raggi UVA sono in grado di reagire con le nostre strutture di sostegno provocando, nel peggiore dei casi, elastosi e collagenosi (degradazione ed irrigidimento delle fibre), protagoniste del così detto “photo aging”e, specie in soggetti non più giovani e predisposti, si può arrivare al carcinoma cutaneo. Non ci dimentichiamo, in oltre, che quando si assumono farmaci (pillola anticoncezionale compresa) o si utilizzano prodotti foto sensibilizzanti (vitamina A, acido glicolico…), la nostra pelle può reagire con accumuli di melanina in certe zone creando macchie di pigmentazione o, dermatosi da reazione allergica.
Fino a qui abbiamo elencato i lati negativi delle lampade solari, ma, sebbene i rischi siano elevati, se sono così diffuse e utilizzate, ci deve essere un motivo. Esiste infatti anche una “elioterapia”, ossia la cura di determinati in estetismi tramite esposizione solare. Il sole è in grado di facilitare la sintesi di vitamina D, che favorisce i processi di calcificazione ossea, ed ha una funzione seboregolarizzante e antisettica che migliora le situazioni acneiche di certe pelli. Le lampade, intendiamoci, non sono propriamente “sole” ma hanno comunque parte di questi vantaggi che l’esposizione comporta.
Accorgimento utile, se proprio non ne volete fare a meno, è utilizzare una buona protezione solare almeno un quarto d’ora prima di sottoporvi alla lampada e applicare dopo un buon doposole lenitivo e riparatore; in più, quotidianamente, per contrastare la disidratazione provocata dall’esposizione continua, sostituite la vostra normale crema con un prodotto più idratante o, se non amate le consistenze troppo corpose, inserite nel vostro rituale di trattamento un buon siero idratante e riparatore da applicare almeno una volta al giorno sotto un idratante più leggero.

CREME COLORATE
Se tutte queste osservazioni sulle lampade vi hanno “spaventato” se avete qualche remora ad utilizzare gli autoabbronzanti per paura di macchie o colorito innaturale, la vostra soluzione ideale è senza dubbio una buona crema colorata.
Ne esistono in commercio in forma di olio secco, latte o vera e propria crema, sia per il viso che per il corpo; questi prodotti, leggermente dorati e colorati, donano un aspetto satinato e più uniforme alla pelle con l’unico inconveniente che, se ci si veste subito dopo averli applicati si può, in certi casi, rischiare di macchiare i vestiti.

Ora che siete esperte in campo di abbronzatura senza sole, non mi resta che passarvi la palla, che ognuna scelga, consapevole di rischi e lati positivi, la sua soluzione migliore; le jeux sont fait!

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