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mercoledì 17 luglio 2013

Alchimie odorose e Sinfonia di essenze: breve storia del profumo

L’odorato è da sempre stato il più affidato dei nostri sensi, se vista e suoni possono ingannare, l’odore di qualcosa, o di qualcuno, resta inconfondibile.
Il profumo ha una storia millenaria alle spalle, a cominciare dall’etimologia del termine “Per-Fumum” ossia ogni cosa che deriva dal fumo, significato che era noto già all’uomo di Neanderthal che, alimentando la fiamma con erbe ed arbusti, si accorse che taluni più di altri sprigionavano un odore magico. Questa connotazione magica favorì lo sviluppo dei profumi in campo religioso in cui, a seconda del rito da fare, veniva bruciata una diversa essenza, convinti che l’aroma attirasse l’attenzione degli dei e li aiutasse a comunicare con loro.
Con il passare degli anni, l’abitudine di profumarsi divenne un vezzo per pochi nobili che usavano profumare il fazzoletto che portavano con sé; questo fino al 1868 quando, all’esposizione universale di Parigi, entra in scena il “vaporizzatore”. Questa nuova tecnica di profumarsi darà il via ad una rivoluzione nel campo della profumeria fino ad arrivare all’invasione del mercato da parte dei grandi nomi di sartoria: Rochas, Chanel, Saint Laurent…
Gli anni passano, Beatles, figli dei fiori, la minigonna, le femministe... Una tale rivoluzione ideologica non poteva non coinvolgere anche il profumo che, da bene elitario di lusso, diventa un bene più di largo consumo, fino agli anni ’90, quando le multinazionali fanno il loro ingresso sul mercato svalutando l’originalità dei profumi che vengono ora creati basandosi su studi di mercato e che quindi tendono, ahimè, ad assomigliarsi un po’ tutti tra loro.
In questa giungla odorosa, numerosi sono stati i tentativi di “fare ordine” e classificare le varie fragranze in “famiglie olfattive”, pensate che la prima classificazione di odori che si conosce appartiene addirittura ad Aristotele!
Attualmente si è soliti dividere i profumi in:

-        Fioriti, del tipo di Chanel 19 o Anais di Cacharel.
-        Cipriati, come caleche di Hermes o Rive gauche di Saint Laurent.
-        Ambrati, come habit rouge di Guerlain.
-        Boisè, quelli con note legnose tipo feminitè du bois di shiseido.

Ma perché ognuno di noi sente un profumo in maniera diversa?
Quando un odore viene percepito dal nostro naso, i neuroni che ne rivestono l’epitelio catturano l’impressione di ciascuna molecola odorosa e la trasmettono al bulbo olfattivo, che, dopo averla registrata ed immagazzinata la trasmette a quella porzione del nostro cervello che è sede delle emozioni e dei ricordi. Ecco svelato il misfatto!! Ognuno di noi ha il suo personale ed unico bagaglio emotivo alle spalle, perciò ciascuno di noi associerà un particolare odore ad una sua particolare emozione o ad un suo ricordo. Moltiplicate questa situazione per le diverse note di un profumo, ed ecco che vi sarà chiaro che non potrete mai percepire una fragranza nello stesso modo in cui la percepisce la vostra amica.

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